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Svanezia

Nella fresca mattina di inizio agosto, all’alba, l’unico suono che rompe il silenzio del villaggio è il muggito del toro. Sarà la vittima sacrificale per la festa di fine estate. In un rituale vecchio di secoli, la sua morte propizierà un buon raccolto di fieno e legna che sta per cominciare. Poi arriverà la neve a Ushguli, 2200 metri di altezza, attorno cime che superano i 5000 metri, l’inverno durerà sei mesi. Ma oggi è festa e, attorno ai resti del toro, si raccoglie il paese. Si prega davanti ad una cappella il cui unico simbolo religioso è una piccola croce all’esterno e in cui le donne non possono entrare. La preghiera è guidata da uno dei vecchi del villaggio, si benedicono vino e grappa, pecore e agnelli. Per l’occasione sono venuti parenti ed amici anche da lontano e il banchetto durerà fino a sera.  L’alta Svanezia sembra un luogo senza tempo, in realtà ha un suo tempo ben definito: il medioevo.  

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