


Lassù
Alpeggi e pascoli della Valellina nelle immagini di Beniamino Pisati
Proposta di realizzazione di un libro fotografico in occasione del 2026, Anno Internazionale dei Pascoli e dei Pastori

«Nei secoli passati la gente trovò nelle montagne un luogo per continuare a vivere e lavorare in pace; avvicinandoci al Duemila, ancora sulle montagne l’uomo troverà rifugio per superare un sistema che disumanizza e che lascia poco spazio a quelle che sono le vere ragioni dell’esistenza: l’amore, la socialità, il lavoro ben fatto. La montagna è diventata una terra da conquistare per vivere meglio».
Mario Rigoni Stern


Le considerazioni che Mario Rigoni Stern, autore dell’indimenticabile Il sergente nella neve, condivise durante un convegno sulle Terre Alte promosso a Cuneo nel lontano 1989, a parecchi anni di distanza suonano come una profezia che prelude a sfide inedite. E che conferma - una volta di più - come la montagna sia davvero candidata a diventare uno degli ambienti più interessanti da riscoprire e da vivere in un futuro che è già presente. Ai monti della Valtellina, nel nord della Lombardia, terra dove risiede da tempo pur avendo radici milanesi, Beniamino Pisati ha dedicato un emozionante e pluripremiato racconto iconografico che restituisce un’idea di montagna come rifugio dell’anima. Al di là della puntuale connotazione geografica che funge da fondale alle immagini raccolte in un portfolio dal titolo “Lassù”, frutto di un lavoro decennale a stretto contatto con la bellezza e con l’asperità delle vette e dei loro abitanti, lo sguardo di Pisati dipinge paesaggi e personaggi del mondo alpino contemporaneo che, pur essendo legati a uno specifico territorio, riescono a dialogare con l’osservatore attraverso un linguaggio universale. I pastori e i casari ritratti fra pascoli, boschi, torrenti e baite in pietra, protagonisti di un microcosmo fragile eppure carico di un’energia quasi sacra, diventano così i simboli di una civiltà antica, lenta, votata al sacrificio e, al tempo stesso, modernissima: una civiltà che nei secoli ha saputo conservare memorie, saperi e capacità di resilienza che ora tornano di urgente attualità.

Il reportage di Pisati è un unicum nel suo genere: intanto perché ruota intorno alla vita autentica degli alpeggi di oggi, e poi perché è nato in Valtellina, zona dove non solo si producono il Bitto e lo Storico Ribelle, formaggi con caratteristiche di affinamento introvabili al mondo, ma è anche la zona dell’arco alpino con più alpeggi in assoluto (per numero e per capi caricati) e realmente attivi, considerando che la trasformazione del latte avviene tuttora in quota visto che, a causa del morfologia del territorio, manca un sistema di trasferimento della materia prima ai caseifici di fondovalle. Inoltre in Valtellina, accanto alla civiltà del formaggio (e del vino e della bresaola), si sta sviluppando un nuovo turismo slow diffuso specie in quota, dove stanno nascendo sentieri e piste ciclabili a basso impatto che permetteranno agli escursionisti di esplorare il territorio, e diventeranno infrastrutture utili anche per gli alpeggiatori.


Ecco perché, avendo per obiettivo - come sottolinea l’autore - quello di “unire tutte le persone che mettono la loro passione nella montagna, senza distinzione alcuna”, un libro realizzato con le immagini di Beniamino Pisati potrebbe a tutti gli effetti diventare, oltre che un potente volano di promozione per la Valtellina, un’operazione di valore culturale di più vasta risonanza all’interno del calendario delle iniziative per l’Anno internazionale dei Pascoli e dei Pastori che si celebrerà nel 2026, in concomitanza con le Olimpiadi invernali Milano-Cortina.
Fiammetta Bonazzi

L'autore
Beniamino Pisati, nato a Milano nel 1977, vive a Sondrio, in Lombardia. Fotografo professionista freelance, è specializzato in reportage geografico e collabora attivamente con riviste di viaggio e agenzie internazionali. Da oltre dieci anni documenta il rapporto stretto tra l'uomo e l'ambiente nel mondo. Ha ricevuto diversi premi fotografici nazionali e internazionali, vincendo per due volte il Travel Photographer Of the Year nel 2016 e nel 2022. Dal 2009 organizza workshop di fotografia di viaggio in Italia e all'estero dedicati al racconto fotografico.
Premi vinti con il lavoro "Lassù"
ITALIAN STREET PHOTO FESTIVAL 2023 - 1° PREMIO
Paolo Pellegrin (Magnum Agency)
Si premia la delicatezza dello sguardo, la vicinanza non solo fisica ma anche emotiva oltre che la coerenza del linguaggio che fa emergere una storia atemporale.
TRAVEL PHOTOGRAPHER OF THE YEAR 2021 - 1° PREMIO
Raccontare la vita delle persone è spesso più semplice quando è ricca di emozioni e avventure, ma il portfolio di Beniamino riesce a farlo attraverso una realtà apparentemente immobile. Offre una visione
affascinante della semplicita e dell isolamento, utilizzando una
composizione sorprendente e non convenzionale per catturare l'essenza di questa realtà.
URBAN PHOTO AWARD 2020 - 1° PREMIO
Alex Webb (Magnum Agency)
Le fotografie di Beniamino Pisati della Valtellina condividono un profondo affetto per il paesaggio italiano, proprio come l'opera di Luigi Ghirri e del suo caro amico, Gianni Celati (di Sondrio). Guardando le fotografie di Pisati, non si può fare a meno di chiedersi se stiamo ammirando un mondo che scompare: con le sue mucche, il cui formaggio sa delle erbe alpine di cui si nutrono, e i suoi contadini, i cui cappelli tradizionali fanno da eco alle vette delle montagne circostanti. Attraverso gli occhi di Pisati, è come se stessimo vedendo questo remoto paesaggio rurale per "la prima e l'ultima volta", per citare Ghirri.
Mostre
Helsinki -"Helsinki Photo Festival Exibition" (2024)
Treviso - Fondazione Cassamarca presso casa dei Carraresesi (2023)
Legnano (MI) - Il Festival di fotografia curopeo (2023)
Marmirolo (MN) - Marmirolo Photo Festival (2022)
Castellanza (VA) - Terre di Lombardia, Villa Pomini, Castellanza (2022)
Bibbiena (AR) - Centro Italiano fotografia d'autore (2021)
Londra - "Travel Photographer Of Year Exibition" (2022)
